Tesi di Laurea

Ho deciso di riunire i post scritti finora sulla tesi di laurea in un’unica pagina in modo da rendere il tutto più semplice da ricercare e da tenere aggiornato (ecco anche il primo post e il secondo post di Cordef sulla tesi).

Titolo della tesi: I BLOG UNIVERSITARI NEI MIGLIORI ATENEI AMERICANI. ESPERIENZE DIDATTICHE NELL’ERA DEL WEB 2.0

Testo definitivo della tesi: clicca qui.

Conclusioni, revisione generale e preparazione della discussione

Per le conclusioni, ho inserito questo interessante articolo
I blog nella didattica, precauzioni per l’uso
Giunta al termine della tesi, mi preparo alla revisione generale grafica e linguistica, nel frattempo sto cominciando a preparare la discussione, che si concentrerà su 4 punti: perchè questa tesi; la scelta del contesto / variabili / casi; analisi blog USA e Italia; conclusioni e riflessioni.

Si comincia a scrivere…

Capitolo 5 – La mia esperienza di blogger

Mentre lavoro al capitolo 4, su cui ho avuto una crisi di idee ultimamente, ho iniziato a buttare giu anche il capitolo 5. La mia idea è quella di parlare di come funziona la creazione di un blog, prendendo spunto dalla mia esperienza, quindi parlando in sostanza della piattaforma WordPress che sicuramente è una delle migliori se non LA migliore. Vorrei quindi lavorare sugli step fondamentali della creazione e della gestione di un blog (per questa parte mi avvalgo dei suggerimenti di Daniele Salamina e Francesco Gavello):
– scelta della piattaforma (piattaforma gratuita o piattaforma in hosting, grazie Kobayashi per le spiegazioni sulla differenza tra WordPress.com e WordPress.org)
– scelta del tema e del design, aggiunta dei widget
– la pubblicazione di pagine e post (post di qualità e post meno buoni + guest posts + uso delle fonti)
– funzioni di gestione e ricerca nella dashboard di WordPress (+ i commenti degli utenti, commenti buoni e commenti cattivi)
Al termine del capitolo, ho provato a parlare della costruzione di un blog didattico per un ipotetico docente, focalizzandomi sulle sezioni che non possono mancare e sulla loro organizzazione.

Capitolo 4 – I blog nella realtà universitaria italiana

Correzioni: il relatore mi ha fatto gentilmente notare che tutti i docenti del progetto BlogLab sono docenti a contratto!!! cavolo è vero, non sono presenti nella banca dati del MIUR!!! Ho provveduto a farlo notare nella tesi, inoltre fra i progetti interessanti in ambito di blog e docenti universitari ho inserito www.lavoce.info grazie alla segnalazione sempre del mio relatore (quasi tutti i redattori e collaboratori de La Voce sono docenti!!!)

Terminato il lunghissimo capitolo di analisi siamo arrivati agli sforzi finali. Due capitoli ancora e il lavoro dovrebbe essere chiuso. Prima di tutto un bel capitolo sulla realtà dei blog didattici in Italia e, secondo, un capitolo sulla mia esperienza di blogger e utente dei blog con qualche osservazione su come migliorare il servizio di WordPress, traendo spunto anche da una discussione nata nel blog di Cordef (WordPress: cosa vorrei avere da te). Per quanto riguarda la realtà dei blog universitari in Italia, ho citato prima di tutto l’aggregatore costruito da M.T. Bianchi su Splinder (http://bdlink.splinder.com/) e poi sto rivolgendo la mia attenzione sul progetto BLOGLAB di Stefano Epifani e Antonio Sofi (http://www.bloglab.it/).

Ecco i blog dei docenti italiani che ho preso in considerazione per l’analisi:
– Stefano Epifani (http://blogcattedra.blogspot.com ora passato a wordpress)
– Antonio Sofi (www.webgol.it)
– Vittorio Pasteris (www.pasteris.it/blog)
– Andrea Toso (www.axellweb.com)
– Roberta Milano (www.robertamilano.com)
– Fabio Giglietto (http://larica-virtual.soc.uniurb.it/nextmedia)

Per terminare questo capitolo, ho intenzione di dare un’occhiata alle due principali iniziative di e-learning / open education italiane, le poche interessanti che ci sono in giro: Federica E-learning (www.federica.unina.it) e Consorzio Nettuno (www.consorzionettuno.it). Concluderei con una tabella di confronto sintetico Italia vs USA per quanto riguarda open education, blog e caratteristiche di originalità, funzionalità e piattaforma.

Capitolo 3 – I blog in università

FASE 4.

Terminata l’analisi dei blog universitari, devo concludere il capitolo 3 con qualche conclusione intelligente. La prima cosa importante da capire è da cosa dipende la creazione di un servizio blog più o meno di qualità: dagli studenti (partecipazione e frequenza, dati che abbiamo già sintetizzato nella tabella dei casi di analisi a inizio cap. 3), dai docenti (livello di informatizzazione, non quantificabile ma deducibile dal prossimo punto) e presenza di sezioni OCW (open courseware) nei siti generali di ateneo. Ho deciso di lavorare su questo punto in particolare. Ora sto analizzando i diversi progetti di Open Education messi in atto dalle varie università per poi analizzare cosa è stato fatto da ciascun caso in merito a OCW, blog e situazione didattica (dati usnews), in questo modo potrò arrivare a qualche conclusione sul livello di sperimentazione di innovazione didattica nelle migliori università americane.
STANFORD: Ha attuato due interessanti progetti. Il primo è Stanford iTunes (http://itunes.stanford.edu) e il secondo è quello della School of Engineering di OCW (http://see.stanford.edu) coadiuvato da SCPD (Stanford Center for Professional Development), un ente di Stanford dedicato all’apprendimento lifelong (anche dopo la laurea) e alla didattica a distanza.
PRINCETON: Ha attuato al progetto Blackboard academic suite (http://blackboard.princeton.edu). Il migliore fra quelli che ho visto. Si entra con login (anche come ospiti) e si può vedere il materiale relativo a diversi periodi temporali, a diversi dipartimenti e varie discipline…
HARVARD: Il progetto H2O (http://h2o.law.harvard.edu) è ancora in fase sperimentale ed è molto poco chiaro. Però c’è anche un altro progetto OCW nel dipartimento medico (http://mycourses.med.harvard.edu/public), relativo ai soli corsi di quello specifico dipartimento.
YALE: Ha attuato un servizio molto ben fatto, si chiama Open Yale Courses (http://oyc.yale.edu), molto chiaro e ben organizzato… peccato che per ciascun dipartimento, sia presente il materiale per un solo corso (e di periodi temporali un po’ vecchiotti).
c) Sto lavorando come un treno sebbene qualche malanno. Ho iniziato con l’analisi dei blog di Yale; qui il lavoro è molto inferiore al solito: sebbene ho trovato due blog directory (nel senso due servizi blog, perchè di categorizzazioni manco a parlarne, giusto per facilitare il lavoro), quella generale di Yale e quella della Yale Law School, i blog da analizzare sono ben pochi. Due istituzionali, uno di genere informativo e uno di genere interattivo; una library; un membro dello staff e un ex-allievo. Il servizio blog è poco esteso, quindi non ho trovato un granchè da analizzare, sto già pensando a come concludere il capitolo 3…

Blog istituzionale informativo: http://blogs.yale.edu/roller/page/ITS
Blog istituzionale interattivo: http://blogs.law.yale.edu/blogs/admissions/
Blog library: http://blogs.law.yale.edu/blogs/reference/
Blog staff: http://blogs.yale.edu/roller/page/kjh27
Blog alumna: http://blogs.yale.edu/roller/page/ecastle

b) Terminata l’analisi di Princeton, tocca ai blog di Harvard. Per questa università non esiste una blog directory generale, ma solo un progetto portato avanti dal Berkman Center for Internet & Society per la Harvard Law School. Grazie a questo progetto, tutti i membri della comunità di Harvard che possiedono indirizzi mail terminanti con harvard.edu, hsb.edu e radcliffe.edu possono aprire un blog nella piattaforma interna. Un progetto interessante ma ancora poco sviluppato, infatti non esiste una blog directory che permetta di vedere tutti i blog creati, magari suddivisi per sezioni, ma solo una lista dei blog aggiornati più di recente. Inoltre la struttura dei blog presenta poca sperimentazione e forte tradizionalismo. Per l’analisi, la scelta si è quindi basata sull’esplorazione dei blog (perchè non esistono descrizioni introduttive ai blog quindi bisogna aprirli uno ad uno) avvenuta in periodi diversi (magari per vedere anche blog che inizialmente non erano nella lista) e sulla selezione dei migliori secondo le categorie usate da Stanford.
Blog studente / laureando: http://blogs.law.harvard.edu/milsec
Blog ex-allievo: http://blogs.law.harvard.edu/amy
Blog docente: http://blogs.law.harvard.edu/philg
Blog staff: http://blogs.law.harvard.edu/amar
Blog team di ricerca (faculty group): http://blogs.law.harvard.edu/mediarepublic
Blog library: http://blogs.law.harvard.edu/pannone
Blog istituzionale: http://blogs.law.harvard.edu/corpgov

a) Sono stata a ricevimento e la parte di analisi su Stanford sembra ok. Ho iniziato a lavorare su Princeton. Purtroppo, a differenza di Stanford, non esiste qui una vera e propria blog directory, ma solo un sito informativo sul servizio (http://blogs.princeton.edu) e una sezione all’interno del sito principale universitario dedicata ai faculty blogs (http://www.princeton.edu/main/campuslife/media/blogs/), infatti i blog accademici e didattici (quelli dei docenti, delle biblioteche e dell’istituzione) sono gli unici ad essere riconosciuti all’interno del servizio blog di ateneo e vengono tenuti nettamente distinti dalle pubblicazioni degli studenti (periodici e simili…).
La piccola blog directory che ho segnalato contiene una divisione fra i blog dei docenti (faculty blogs) e quelli istituzionali (academic blogs). Fra i primi, ho ritrovato 3 categorie principali: blog personali di un singolo docente, blog in team e blog ospitati da istituzioni esterne (es. Chronicle of Higher Education). Fra i secondi, distinguiamo invece i blog delle biblioteche e quelli dei servizi di ateneo. Ecco i blog selezionati per l’analisi:
FACULTY BLOGS
– Blog in team: Freedom to Tinker di Edward Felten (www.freedom-to-tinker.com)
– Blog personali: Freedom’s Power di Paul Starr (www.freedomspower.com)
– Blog ospitati esternamente: Stanley Katz su Chronicle of HE (http://chronicle.com/review/brainstorm/katz)
ACADEMIC BLOGS
– Biology Library (http://blogs.princeton.edu/BiologyLibrary)
– IT’s Academic (http://blogs.princeton.edu/itsacademic)

FASE 3. Per ciascuna categoria di blog presente nella blog directory dell’università di Stanford, ho preso un esempio considerato il migliore per aggiornamento, caratteristiche presenti e multimedialità (dopo averli esplorati tutti). Ecco i blog selezionati.
BLOG DI GRUPPO
– Academic: Stanford Social Innovation Review Opinion Blog (www.ssireview.org/opinion)
– Student: The Unofficial Stanford Blog (http://tusb.stanford.edu)
– Administrative: Stanford University Press (http://stanfordpress.typepad.com/blog)
– Library: Cubberley Education Library (https://www.stanford.edu/group/cubberley/blog)
BLOG INDIVIDUALI
– Faculty: Simon Jackman (http://jackman.stanford.edu/blog)
– Student: Saket Vora (www.saketvora.com)
– Staff: Ed Batista (www.edbatista.com)
– Alumna: Tim Berry (http://blog.timberry.com)
Per ciascun blog ho analizzato le caratteristiche principali e ho presentato un’anteprima. Per ciascun gruppo poi ho costruito una tabella sintetica per ritrovare delle tendenze e degli spunti di riflessione.

FASE 2. Dopo il ricevimento con il relatore, abbiamo deciso di utilizzare la classifica di USNews sulle Università Nazionali americane (best colleges 2009) e di prendere le prime 4 posizioni, formate da 4 prestigiose università: Harvard, Princeton, Yale e Stanford. Tutte sono caratterizzate da un servizio blog al loro interno e in particolare prenderemo come esempio di best practice (e su questa concentreremo gli sforzi) la Stanford University che possiede una blog directory sicuramente migliore delle altre. Dopo aver presentato alcuni dati sulle università e le variabili di studio, procederemo quindi ad un’analisi accurata del servizio blog di Stanford per poi fare una veloce riflessione sui servizi delle altre istituzioni.

FASE 1. Seppur un po’ lentamente, ho iniziato a plasmare il terzo capitolo della tesi, il capitolo fulcro dove parlo dei blog in ambito didattico e analizzo qualche interessante esempio. Ho iniziato parlando in generale di blog e blogosfera (in particolare riguardo le sue dimensioni secondo gli studi di Technorati), poi ho continuato trattando il valore pedagogico dei blog: ho preso in considerazione due interessanti teorie, la prima, quella delle affordance nel contesto educativo (Forster & Tam, 2004) e, la seconda, la teoria degli Edublog applicata agli studi di Lev Vygotsky (Ferdig & Trammell, 2004). Ho citato le caratteristiche fondamentali dell’antenato del blog didattico, il learning log, e da qui dovrebbe partire l’analisi e la riflessione su esempi interessanti di blog didattici, suddivisi per tipologie. La mia idea è iniziare con un’analisi delle blog directories e successivamente selezionare i singoli blog all’interno delle varie categorie.
Per ora ho trovato interessanti esempi di blog directories in questi siti:
– Warwick (UK) http://blogs.warwick.ac.uk
– Harvard Law School (USA) http://blogs.law.harvard.edu
– Minnesota progetto UThink http://blog.lib.umn.edu
– Stanford http://blog.stanford.edu
– Pennsylvania http://blogger.psu.edu/directory
– Yale http://blogs.yale.edu/roller

Capitolo 2 – Il Web 2.0 in ambito educativo
Passati ormai 2 mesetti dall’inizio della scrittura, siamo al termine del secondo capitolo. All’interno di questo capitolo ho approfondito le tecnologie del Web partecipativo, focalizzandomi sulla loro applicazione nell’area educativa. Ho preso spunto dai lavori di Alexander Bryan (2006) “A new wave of innovation for teaching and learning“, Paul Anderson (2007) “What is Web 2.0. Ideas, technologies and implications for education” e FutureLab (2006) “Social software and learning“.
Ho iniziato parlando dei mutamenti della concezione di didattica (l’evoluzione del E-Learning nella direzione del E-Learning 2.0 detto anche C-Learning, una forma di apprendimento comunitario e collaborativo) e delle caratteristiche del social software.
Da qui ho parlato di alcune applicazioni pratiche in ambito universitario del software sociale (Università del Minnesota, Arizona, Pennsylvania negli USA e Warwick in Inghilterra) ad esempio implementazione di blog, podcast, sistemi di syndication, wiki, bookmarking e i nuovissimi ambienti virtuali chiamati VLE (virtual learning environment).
Ho anche accennato all’uso del social software nella ricerca, nella pubblicazione accademica e nelle biblioteche, sempre ambiti descritti da Anderson (2007).

Capitolo 1 – Web partecipativo (Web 2.0) e UCC
Ho iniziato ormai da un mesetto a buttare giu il primo capitolo della tesi, purtroppo è un lavoro che in questo momento posso fare solo in modo discontinuo a causa degli esami e del lavoro.
Come primo capitolo, ho pensato di parlare di Web Partecipativo dando la definizione di questo concetto così vago e multisfaccettato e parlando delle caratteristiche di base, successivamente ho pensato di concentrarmi su gli User-Created Contents (categoria in cui si fanno rientrare tipicamente anche i blog) nell’ambito del Web 2.0 con qualche spunto di misurazione, driver del successo e tipologie.

Per quanto riguarda la parte sul Web 2.0, ho iniziato riferendomi a uno dei primi documenti che ha cercato di dare una definizione di questa architettura innovativa di Web, cioè la relazione di Tim O’Reilly e le mappe elaborate dalla O’Reilly Media nel 2004. O’Reilly spiega in modo molto preciso la sua idea di Web Partecipativo, con esempi utili ed elencando diverse caratteristiche necessarie per capire il concetto (si può leggere la relazione cliccando questo link http://www.oreillynet.com/pub/a/oreilly/tim/news/2005/09/30/what-is-web-20.html ).
Nel 2006 poi, l’OECD, attraverso i documenti che ho accennato inizialmente (durante la riflessione sulla scaletta di tesi), ha sistematizzato la riflessione sul Web 2.0 con alcune statistiche di Eurostat riguardanti gli User-Created Content e redigendo un interessante rapporto a conclusione della Conferenza sul Web Partecipativo tenutasi nell’Ottobre 2007 in Canada.
Per quanto riguarda le misurazioni del fenomeno UCC, sto utilizzando anche fonti esterne quali Nielsen NetRatings, ComScore.com e PEW Research Center.

La lettura del materiale di consultazione

Lujàn-Mora, S. (2006). A survey of use of weblogs in education. Formatex Research Center.

Alcune informazioni sull’autore al link http://gplsi.dlsi.ua.es/~slujan/

Il testo si focalizza sulle funzionalità di base dei blog e sui ruoli che il blog può assumere in ambito educativo: sia dal punto di vista dei docenti che da quello degli studenti.
Prima di tutto si pone all’attenzione una definizione di learning log di J. Howard Baker: “Un learning log è un diario accademico strettamente focalizzato creato a partire dal fatto che gli studenti diventino costruttori di conoscenza riguardo a un determinato argomento assegnato. Il log può servire come base per l’implementazione di FAQ, può supportare la discussione e provvedere alle basi per la creazione di presentazioni e siti web“. Il learning log di cui si parla è tradizionalmente un giornale cartaceo, ma che può essere agevolmente trasformato nel suo simile online, il weblog. La differenza sostanziale tra la carta e il web è la facilità di pubblicazione, la condivisione dei risultati e il monitoraggio. Usare i weblogs per l’apprendimento aumento le capacità di costruzione cognitiva e sociale della conoscenza.
Lujàn-Mora individua le diverse caratteristiche dei blog secondo la definizione presente in Wikipedia e successivamente indaga i possibili usi per gli studenti e i docenti:
– Docenti: istruzioni e consigli per gli studenti, materiale aggiuntivo (link o file), estensione discussioni, controllo lavoro degli studenti, condivisione conoscenze
– Studenti: documentazione dell’apprendimento, progetti in itinere, lavoro in team, condivisione risorse, condivisione compiti e lavori a casa

Lujàn-Mora distingue diversi aspetti caratterizzanti il blog ma secondati rispetto alla didattica.
Sono presenti dei CASE STUDIES di weblog didattici. Un blog focalizzato sull’analisi e la lettura di un libro, un blog di discussione economica e un blog sulle nuove tecnologie.

Krause, S.D. (2005). Blog as a tool for teaching. Chronicle of Higher Education, Jun 2005.

Il link del blog ufficiale di Steven Krause è http://stevendkrause.com/academic/blog/ attualmente su una nuova piattaforma http://stevendkrause.com/ (un blog davvero interessante e ben strutturato).

Krause, nel suo articolo, esprime le problematiche dell’uso dei blog in un contesto d’istruzione livello higher education come mezzo di insegnamento vero e proprio:
1) alcuni studenti scrivono sempre, altri raramente; alcuni scrivono tanto, altri si limitano a link; questo, secondo gli studenti, a causa del fatto che le richieste del docente erano state troppo vaghe e, non meno importante, mancava quel desiderio di condivisione della conoscenza che deve essere alla base della costruzione di un blog e non può procedere per obbligo;
2) secondo Krause, i blog non supportano adeguatamente l’interattività e la discussione a differenza delle mailing list o dei bullettin boards, in quanto non si tratta di lavoro di scrittura di squadra (infatti si commenta a ciò che scrive il moderatore senza impegnarsi in coversazioni critiche) ma di raccolta di persone con interessi e scopi comuni, quindi si tratta di un’interattività da intendersi in modo diverso da come viene spesso descritta;
3) il blog è più adatto alla scrittura individuale sullo stile dei quotidiani o dei diari e non alla revisione come gli articoli peer-reviewed.
Nonostante questi limiti, i blog stanno attualmente diventando sempre più complessi e multimediali, di conseguenza diventano uno strumento più utile all’insegnamento e più interattivo. Conclude con una interessante affermazione: “It’s not just changes in the tool that alter the possibilities of blogs, it is new teachers with fresh perspectives as well“.

Poling, C. (2005). Blog on: building communication and collaboration among staff and students. ERIC: Learning and Leading with Technology, v32 n6 p12-15 Mar 2005.

La Poling presenta un’esperienza che non è quella del settore higher education, ma elementary education, quindi l’uso della tecnologia a un livello estremamente basso di istruzione. L’articolo quindi si pone in un quadro secondario rispetto al focus della tesi, ma in quanto inserito all’interno della documentazione di ERIC (education resources information center) mi sembrava sicuramente testato e autorevole, inoltre propone una serie di categorie interessanti per studiare i blog in ambito educativo.
Si tratta di un articolo, ricco graficamente e in stile giornalistico, agevola in questo modo la lettura.
I consigli espressi dalla Poling sono generalizzabili a un contesto scolastico allargato ad ulteriori livelli e permettono un excursus sia per quanto riguarda la comunicazione studente-studente, ma anche quella studente-docente e docente-docente.

> INDIVIDUAL BLOG consente di costruire un proprio spazio web, un proprio portfolio online, richiede tempo e competenze, è quindi adeguato a un livello di istruzione medio-alto
> CLASSROOM BLOG aiuta la comunicazione e la collaborazione tra studenti; può essere svolto in laboratorio a rotazione in modo che tutti possano partecipare; si tratta di un’estensione degli argomenti affrontati a lezione; permette un pensiero connettivo, permette di fare domande e trarre conclusioni. Si crea dialogo e pensiero profondo negli allievi.  Si crea un’interazione migliore rispetto allo studio individuale
> COLLABORATIVE BLOG nasce dalla collaborazione fra studenti (anche di diversi livelli scolastici), combina incontri faccia a faccia con incontri online, permette il rafforzamento dei rapporti fra gli studenti e una migliore comunicazione e motivazione
> STAFF DEVELOPMENT BLOG serve a facilitare i rapporti fra i docenti: è stato portato avanti in due modi, da un lato come modello di “gruppo di studio” ad esempio sulle tecnologie in cui il blog è stato utile al confronto, alla partecipazione a distanza, al monitoraggio del lavoro in corso; dall’altro lato un training per i docenti che ha permesso di farli incontrare con la possibile esperienza dell’uso delle nuove tecnologie. Questo modello serve a facilitare l’ingresso di cambiamenti a lungo termine in ambito scolastico.

Dailey J.C. (2005). Blogging for learning: now everyone has something to say. [ www.bsu.edu ]

L’autore (la cui esperienza di lavoro si trova al link http://jdailey.iweb.bsu.edu/ cliccando sui singoli corsi alla voce blog e le cui riflessioni sono raccolte in questo blog http://jdailey.iweb.bsu.edu/blog/ ) si interroga su come aumentare la partecipazione degli studenti in classe: il blog parrebbe la soluzione migliore grazie al fatto che è rintracciabile tramite una semplice URL, che è archiviabile in un proprio server web e che è personalizzabile in modo semplice da chi lo gestisce. In particolare il blog permette di avere a disposizione “time to think”, una cosa che spesso manca in classe.
In classe la partecipazione degli studenti alla discussione è limitata dalla non preparazione, dalla reticenza a parlare in pubblico o da problemi linguistici, mentre con il blog la situazione cambia.
L’autore propone i requisiti di commento che solitamente utilizza con i suoi studenti, requisiti di quantità e qualità e mostra i risultati di un questionario di gradimento condotto. Gli studenti non pensano che il blog possa sostituire le letture delle lezioni, ma sicuramente è un’esperienza positiva di arricchimento delle stesse.

Forster, W.P. / Tam, T. (2004). Weblogs and students centered learning: personal experiences in MBA teaching. Information System Education Journal, v21 11/6/2004.

Riguardo agli autori, si possono trovare le seguenti informazioni: Forster al link http://www.bm.ust.hk/ismt/staff/pforster.html e Tam al link http://www.tonytamhs.net/about.html

Al centro della discussione il passaggio da una teacher-centered education a un student-centered learning attraverso l’uso delle tecnologie quali i blog, e la differenza fra i case discussion weblogs e i course weblogs.
–> citazione della teoria delle affordances di Gibson (1977) e del suo uso nell’HCI con Norman
Per quanto riguarda i blog si può dire che si tratta di “nested affordances” (all’interno del contesto di internet) caratterizzate da IMMEDIATE-NESS, GLOBAL-NESS, CONNECTED-NESS, ENGAGED-NESS e AUTHORITATIVE-NESS. Queste affordances aiutano il processo di passaggio da un metodo educativo tradizionale a un metodo innovativo incentrato sullo studente (es. Minnesota University).

Gli autori parlano della loro esperienza presso la University of Science and Technology di Hong Kong. In particolare l’uso dei blog in due diversi modi: come course blog e come online case discussion.
Il course blog serve a supportare le regolari lezioni in presenza, serve inoltre a incoraggiare gli studenti alla discussione, alla partecipazione, all’esplorazione, tramite link, estensioni degli argomenti proposti a lezione e l’interazione delle persone stesse. Le sfide da portare avanti sono l’aggiornamento costante, la motivazione degli studenti nel visitare il blog e la gestione degli interventi esterni (outsiders).
Il case discussion blog come momento critico dell’esperienza di apprendimento, è legato al course blog che spiega le “regole del gioco” e al termine del caso ne parla in modo metatestuale. E’ importante in ogni momento il ruolo del docente nel gestire al meglio gli interventi e i post (come leader e discriminator).

Gli autori si interrogano anche sugli effettivi problemi nell’adozione del metodo blog in università. Nei curricula dei corsi c’è ancora molta poca fiducia nella tecnologia interattiva dei weblogs. Le affordances del blog sono sempre inglobate all’interno di un contesto istituzionale (per lo più tradizionalista) che mette dei limiti e dei paletti ai vantaggi dell’uso di questa tecnologia innovativa. Occorre lavorare anche sul contesto.

Ferdig, R.E. / Trammell, K.D. (2004). Content delivery in the blogosphere. T.H.E. Journal, 2/1/2004. [ http://www.thejournal.com/articles/16626 ]

Uno sguardo come sempre sugli autori. Richard E. Ferdig ha un sito web http://ferdig.coe.ufl.edu/ferdig/ e si occupa soprattutto di educazione e tecnologia, con una grande quantità di pubblicazioni sul tema. Kaye Trammell  si occupa di comunicazione di massa, ecco un suo articolo sul Washington Post: leggi ora.

Si parte nell’articolo con le definizioni di Blog e Blogosfera e ci si concentra poi sulla PEDAGOGIA e quindi sull’uso dello strumento blog come mezzo di insegnamento e apprendimento.
–> citazione della teoria dell’educazione di Vygotsky – 1978 – “Mind in Society” link

Si cerca di fare una distinzione fra forum e blog: questi ultimi sono più avanzati, danno un maggiore controllo e proprietà sui contenuti rispetto ai forum condivisi da molte persone, si può parlare di diversi concetti senza sottostare alla rigida gerarchia e al rigido topic dei forum. I blog sono aggiornati e costituiti da link ipertestuali. Le visite sono frequenti e questo spiega l’ordine cronologico inverso dei post.
–> si cita la pedagogia costruttivista (link)

Ecco una serie di consigli pratici per creare un ambiente adeguato allo sviluppo di blog didattici (consigli per i docenti):
– Conoscere lo strumento prima di usarlo, fare pratica
– Esplorare i blog di altri docenti, simili per topic e materia
– Creare un modello per gli studenti, regole e consuetudini da utilizzare
– Pubblicizzare i blog con link esterni e visitare i blog degli studenti
– Mettere in evidenza l’importanza di una comunicazione adeguata e corretta in considerazione dell’ambito pubblico e allargato del web

4 vantaggi dell’uso dei blog per quanto riguarda gli studenti:
– Conoscenza basata su particolare topic “subject-matter”, focalizzata
– Interesse, autonomia, attivazione nello studio
– Più possibilità di partecipazione (creazione di una comunità di pratiche)
– Più opportunità fuori e dentro il contesto scolastico

Williams, J.B. / Jacobs, J. (2004). Exploring the use of Blogs as learning spaces in the higher education sector. Australasian Journal of Education Technology, 20(2), pp. 232 – 247.
[ http://www.ascilite.org.au/ajet/ajet20/williams.html ]

Prima di tutto diamo un’occhiata agli autori. Per quanto riguarda Williams, ho trovato il suo bellissimo spazio sul web, che dà proprio l’idea della passione di questo autore sull’argomento blog e sulla condivisione della conoscenza: http://www.jeremybwilliams.net/index.htm
Su Joanne Jacobs un’altra importante risorsa http://www.joannejacobs.net/
Entrambi gli autori dimostrano competenza, passione e sperimentazione sull’argomento.

Definiscono il blog come l’applicazione che ha permesso di impegnare le persone in un’attività collaborativa, in una condivisione della conoscenza, nel dibattito e nella riflessione, proprio i punti chiave di ciò che dalla mia tesi sul blog in ambito universitario vorrei fare emergere. Le nuove forme di Blog che stanno nascendo intorno ai “circoli educativi” vengono definiti EDUBLOGS. I Blog sono una sorta di magazzino di conoscenze catturate in un determinato momento all’interno di una determinata realtà, le quali possono essere condivise, per questo da mere informazioni si trasformano in conoscenza. Grazie alla condivisione della conoscenza, si può creare intelligenza.
L’esperienza della conoscenza collettiva in ambito economico, può facilmente essere traslata nell’ambito educativo tradizionale, in particolare quello dell’higher education. Si portano alcuni esempi, quali quello della Law School di Harvard e della Queensland University of Technology, esempi di integrazione dello strumento blog nel LMS (Learning Management System).

Gli autori osservano che c’è poco lavoro da parte degli accademici sull’uso del blog, se non in campo giornalistico (visto il fatto che il blog è una forma di micro-publishing), biblioteconomico e nelle aree educative e professionali in cui la pratica richiede un uso importante della riflessione condivisa.
Secondo la letteratura, i blog aiuterebbero gli studenti a formulare più criticamente e analiticamente il loro pensiero, in quanto ciascuno deve sostenere la propria opinione e confrontarla con gli altri, vedere come gli altri interpretano il proprio modo di vedere le cose.
La costruzione della conoscenza è sostanzialmente discorsiva, quindi più adattabile al sistema dei blog. I link permettono la contestualizzazione delle nozioni e la voglia di arricchire il proprio bagaglio culturale. I blog promuovono inoltre l’interattività, che serve a migliorare la relazione studente-docente, a incoraggiare uno studio più attivo e autonomo, un pensiero di più alto livello e una maggiore flessibilità di insegnamento.
[ articolo di Ferdig e Trammell che posterò successivamente ]

E’ citato in particolare il caso dei blogs nati all’interno del Berkman Center della Law School of Harvard http://blogs.law.harvard.edu/ e il BGSB MBA blog http://www.bgsb.qut.edu.au/ all’interno dello sviluppo di siti OLT (online teaching and learning).
Si parla di LURKING, molto spesso gli studenti leggono con attenzione ma non partecipano alle discussioni, un fatto che è venuto a galla dalle risposte ai questionari rivolti agli studenti che hanno partecipato ai progetti di uso dello strumento blog. Sono presentati i commenti degli studenti alle domande del questionario. In generale è riconosciuta l’utilità dello strumento blog. Ampia e interessante la bibliografia

Il formarsi della scaletta

Giorno 11 Aprile 2008: scaletta tesi pseudo-definitiva

La scaletta è stata ampliamente riveduta in classe e siamo giunti alla versione 4 che, dal punto di vista della letteratura, si può considerare pseudo-definitiva, mentre rimane in dubbio la parte sui “casi”.
La letteratura ritrovata è abbastanza specifica rispetto all’argomento della tesi (ho cercato ulteriori articoli da fonti sociologiche ma l’argomento è troppo recente e troppo focalizzato per trovare materiale utile) e abbastanza numerosa. Il problema è la ricerca effettiva di blog.
Nei dipartimenti di sociologia delle università selezionate, i blog sono rari e non sono personali bensì si rifanno ad associazioni o comunque sono prodotti collettivi. Quindi bisognerà estendere la ricerca ad altre università sempre all’interno della classifica di USNews.
Il prossimo step comunque è la lettura della letteratura raccolta e la ricerca di passi importanti da inserire nella tesi, secondo quella che è la mia ipotesi iniziale.

Giorno 25 Marzo 2008: la discussione sulla parte analitica della scaletta

Dopo la terza versione della scaletta presentata al relatore, in cui si cercava di mettere a fuoco quali casi e quali variabili considerare nella parte di analisi di blog didattici della higher education statunitense e dopo una vasta ricerca di articoli per la sezione dedicata allo stato dell’arte, è nata una florida discussione e riflessione.

Per quanto riguarda gli articoli di consultazione, il limite maggiore è il fatto che molte risorse risultano a pagamento o richiedono un abbonamento da parte dell’ateneo. Si tratta di un limite molto grave in quanto gran parte delle pubblicazioni scientifiche sull’argomento risultano inaccessibili. Grazie a Google Scholar si riesce a rintracciare un po’ di materiale ma la visuale rimane limitata. Il prossimo passo è quello di esplorare con attenzione le risorse di ateneo e vedere a cosa è possibile accedere oppure nel peggiore dei casi appoggiarsi ad un altro ateneo.

Per quanto riguarda la scelta delle variabili (versione 2 della scaletta), attraverso una tabella esemplificativa, ho esplorato i possibili modi per valutare un blog: aggiornamento, complessità, feedback da parte degli utenti, multimedialità…tutte queste variabili naturalmente tradotte in forma di dati rintracciabili (es. numero di commenti, numero di visite, numero di post medi al mese o alla settimana ecc…)

Più difficile la scelta dei casi da prendere in considerazione. Nella versione 3 della scaletta (in cui appunto mi sono concentrata sui casi), ho cercato università che avessero attivato progetti in cui il blog è l’elemento focale (es. Stanford) o cmq che dessero prova di incentivare l’utilizzo di questo strumento (es. Ucla). La ricerca però risulta essere troppo ampia e dispersiva…occorre un metodo che permetta di spiegare adeguatamente la scelta di determinati casi e non altri.
Parlando a ricevimento con il mio relatore, si è deciso per un nuovo metodo. Andare a cercare i singoli prof di uno specifico dipartimento (siamo orientati in particolare al dipartimento di sociologia) in varie università (che possono essere quelle precedentemente da me selezionate) e vedere chi effettivamente utilizza lo strumento blog, ma non solo…anche vedere quali caratteristiche e che grado di “informatizzazione” hanno le schede di presentazione dei vari docenti.
Quindi si ridurrebbe ancora il topic della tesi ai blog dei docenti, escludendo quelli di studenti e amministrativi di ateneo (sebbene vengano nominati in un excursus iniziale), focalizzandoci sulla presenza o meno e sull’utilizzo più o meno frequente di questo strumento all’interno di facoltà innovative come quelle statunitensi.

[metterò poi la scaletta aggiornata]

Giorno 14 Marzo 2008: Prima Bozza di Scaletta da presentare in classe

Ecco che una prima bozza di scaletta della tesi di laurea ha preso forma grazie ai primissimi consigli del relatore. Questo file verrà probabilmente presentato in classe durante le ore di lezione di Dati e Testi Online come lavoro di ricerca e costruzione bibliografica. Verrà presto riveduto tramite i consigli di compagni e relatore stesso.

Giorno 12 Marzo 2008: la scaletta in progress…

Oggi ho iniziato la stesura della scaletta della mia tesi. Grazie ai consigli del relatore durante i ricevimenti e ai suoi corsi, non è stato così difficile pensare alle fonti ma soprattutto ai contenuti.
Ancora il file non è pronto nè è stato valutato dalla “platea” dei miei compagni e del professore stesso, quindi aspetto a pubblicarlo in questa sede diciamo ufficiale.
La mia idea cmq è partire con una sezione introduttiva legata al Web 2.0, detto anche Participative Web, agli User-Created Contents e ai Blog in generale. Per questa fase, i documenti dell’OECD, i libri consigliati nella bibliografia del testo di Luisa Carrada “Il mestiere di scrivere”, gli articoli e i report di Google Scholar, Rand e Ebsco dovrebbero essere sufficienti.
La sezione successiva potrebbe riguardare le varie tipologie di blog didattico, quelli personali di studenti e docenti, quelli che forniscono materiale utile alla vita universitaria e quelli istituzionali. Esistono anche le sottocategorie, riguardanti ad esempio i blog di aiuto psicologico, quelli riguardanti le mense, quelli indirizzati alle matricole o che trattano di stage.
Da qui un confronto quantitativo sul fenomeno blog in generale e sulle caratteristiche dei migliori blog trovati: aggiornamento, complessità, feedback dei lettori, multimedialità, interattività…
Da qui un possibile progetto virtuale di blog di facoltà di stampo generalista ma che integri tutte le caratteristiche di base dei blog: tag, categorie, link, pagine, blogroll….
Tutta questa idea di analisi supportata da esempi concreti quindi di blog didattici italiani, secondo i favolosi consigli di Vita da Prof, e blog didattici stranieri, soprattutto americani…basta cercare nelle migliori università Usa…

Giorno 05 Marzo 2008: inizia ufficialmente il percorso “Tesi”.

Eh già, ormai non si può più rimandare, lo stage è quasi finito e, anche se le lezioni sono appena cominciate, è tempo di riflessioni serie e di iniziare la ricerca del materiale utile alla definizione di argomento e discorso.
E’ stato molto istruttivo il colloquio col relatore che mi ha dato una mano ad uscire dalla vertigine di nebbia e dubbi che mi ero creata. Il tema mi piace, le idee ci sono, l’unica seria difficoltà è riuscire a concentrarsi su un aspetto della questione senza “sbrodolare” in percorsi senza fine e senza collegamento.

Oggi voglio concentrarmi naturalmente sulla parte che costituirà l’introduzione, lo stato dell’arte sui blog. Sì perchè alla fine le parole chiave più importanti della mia tesi saranno senza dubbio BLOG e HIGHER EDUCATION, quindi è spontaneo il fatto che la prima parte della tesi dovrà essere un excursus su UCC (User-Created Contents) e, in specifico, i blog, poi naturalmente ci si concentrerà su tipologie e percorsi didattici dei blog stessi.

Per quanto riguarda questa parte di ricerca di risorse sul Web sul tema “blog e UCC”, ho trovato ottimi documenti sul sito dell’ OECD. Prima di tutto, cos’è l’OECD? Sì perchè delle fonti bisogna anche conoscere qualcosa…ripesco quindi questo pezzettino dalla sezione “about” del sito.
The OECD brings together the governments of countries committed to democracy and the market economy from around the world to: • Support sustainable economic growth • Boost employment • Raise living standards • Maintain financial stability • Assist other countries’ economic development • Contribute to growth in world trade
Insomma una istituzione prettamente economica, la quale però si occupa anche di raccogliere dati e statistiche su temi sociali, ambientali e tecnologici. In particolare a me interessa quest’ultimo punto.
Ecco allora un documento (free in pdf sul sito) utilissimo per la mia tesi: l’ho scovato grazie al post nel blog del professore (ancora una volta si dimostra l’utilità dello strumento blog) e riguarda una analisi del fenomeno del Participative Web e User-Created Contents pubblicata nell’anno 2007 quindi fonte autorevole e molto recente.
Insieme a questo, ho trovato il link a una conferenza sul tema tenutasi in Canada nell’Ottobre 2007 con tanto di materiali e spunti di riflessione al riguardo e una survey sul fenomeno focalizzata sull’accesso alle tecnologie della comunicazione e dell’informazione e sull’uso delle stesse nei paesi OECD.

> Articolo precedente sulla riflessione per la tesi di laurea.

Riflessioni per la ricerca dell’argomento
Ormai giunta all’ultimo anno del corso di laurea specialistica, è arrivato il tanto temuto momento della scelta dell’argomento chiave della tesi di laurea. Temuto perchè in un certo senso il lavoro di tesi non è altro che il momento chiave in cui si dimostra cosa realmente il corso di laurea ti ha “lasciato dentro”, cosa veramente sei in grado di fare e di “progettare” ed è una sorta di passaporto per il mondo del lavoro. Temuto perchè è difficile riuscire a trovare un argomento che sia da un lato ristretto e preciso e dall’altra abbastanza esauriente e “capillare”. Allo stesso tempo l’argomento deve interessare, deve essere interessante per chi lo legge e deve essere anche utile fornendo un nuovo spunto di riflessione a chi viene dopo.

Il primo passo è chiaramente la riflessione personale su cosa dentro di noi sentiamo che ci appassiona. Per quanto mi riguarda, l’argomento che quest’anno mi ha preso di più (come è facile capire) è quello dei BLOG. Non solo scrivere un proprio personale blog ma anche commentare e sbirciare quello degli altri. Quindi non c’è dubbio, il macroargomento della mia tesi non può che essere questo.

Inizialmente avevo pensato di legare l’argomento blog con lo stage, magari pensando a un intreccio fra il corso di diritto di internet e quello di dati e testi online. Pensavo infatti a un blog rivolto ai consumatori, ai cittadini che quotidianamente si rivolgono alle associazioni di consumatori con i loro problemi e i loro disagi. Perchè allora non progettare un servizio interattivo raggiungibile da qualsiasi cittadino – consumatore? Magari lavorando a questo progetto durante lo stage…. già bell’argomento ma poi tutto si è dissolto in una situazione di immobilità estrema che mi impedisce di portare avanti qualsiasi “progetto innovativo” durante il tirocinio e mi costringe a praticare un “usurante” (per la mente) lavoro di ufficio.

Da questa idea quindi si è rapidamente passati ad altre più “fattibili” al di fuori dello stage. Magari parlare di blog aziendali, blog didattici o vedere da un posto di vista semiotico il blog.
Tra queste, esclusa l’ipotesi del blog aziendale (in quanto avere relazioni con le aziende mi porta a un forte senso di impotenza e delusione soprattutto quando “i capi” non capiscono le tue esigenze), credo che l’idea di studiare i blog didattici sia quella che mi possa appassionare di più.
Ma come studiarli? Le idee possono essere delle più svariate.

Ho pensato a un confronto fra USA e Italia, già ma basta dare un’occhiata al Web per vedere che in Italia di didattica interattiva se ne fa ben poca. Forse la tesi sarebbe alquanto sbilanciata a favore dell’America, con poco materiale per la controparte.

Quindi credo mi interesserebbe un progetto di costruzione di un blog “di facoltà”, che potrebbe essere la giusta strada che avevo già intrapreso con la tesina per la laurea triennale su un’ipotetica e purtroppo mai realizzata guida di facoltà. Dopo i catalog cartacei e in pdf, la giusta continuazione nel Web 2.0 potrebbero essere i blog. E uno spunto per questa idea mi viene dall’entusiasmante libro di Luisa Carrada (e ringrazio il prof. De Francesco per avermelo prestato perchè lo trovo affascinante e geniale) “Il Mestiere di Scrivere – Le parole al lavoro tra carta e web“.
Perchè allora non seguire questo percorso dalla carta al web nella comunicazione tra amministrazione di facoltà e studenti, passando dalla carta al catalog elettronico al blog come mezzo di interattività e modularità?

– Continua nel post Work in Progress: Tesi di Laurea 1

Risposte

  1. ciao Lara,

    penso che sarebbe utile se tu mettessi online qui la versione attuale della scaletta (ricordati solo di sistemare la tabella su dimensioni/variabili). Forse sarebbe bene dedicare alla stessa un nuovo post in modo da permettere link diretti.

    Poi potresti dedicare qualche post agli articoli che man mano rilevi come più interessanti: delle sorte di note di lettura che, se necessario, possono strutturarsi in modo modulare (post principale per il riferimento + n post per le singole idee).

  2. […] Tesi di Laurea Posted by: lary1984 | Aprile 15, 2008 […]

  3. Ciao Lara, anche io sto facendo la tesi sui blogdidattici come innovazione…teniamoci in contatto ciaoo

    studentefreelance[chiocciola]gmail[dot]com

  4. Ciao Lara
    Ti scrivo per quel commento su Web2.0, se vuoi mandarmi il materiale via mail sarò lieto di inviarti le mie idee

  5. Ti mando un liink di una ragazza che sta facendo la tesi sui blog didattici 🙂
    http://communifashion.wordpress.com/
    ciao ciao

  6. Grazie Eleonora, molto gentile!

  7. direi un ennesimo esempio di autocompiacimento. autoreferenziale. Un blog che parla di blogs.. il declino della creatività.

  8. Sto usando questo spazio per lavorare alla mia tesi, non per autocompiacermi del mio blog….

  9. Interessante questo lavoro. Sai, anche io, per la mia tesi sto pensando di concentrarmi sui blog. Anche se, ovviamente, da un punto di vista legale.

    Ti seguo dal mio blogroll, Michele.

  10. […] Tesi di Laurea Inserito da: lary1984 | Ottobre 22, 2008 […]

  11. […] Tesi di Laurea Inserito da: lary1984 | Ottobre 25, 2008 […]

  12. […] cuore ma anche perché Lara ha un approccio pragmatico. Nel suo blog, ad esempio, ha realizzato una pagina (e che pagina!) sul lavoro in corso per la tesi di laurea. Sono sicuro che se leggerai questa sua […]

  13. ottimo post da conservare per spunti, link, risorse e segnalazioni. Complimenti per il lavorone che stai facendo e in bocca al lupo per questa tesi

  14. grazie mille e crepi il lupo catepol!!!

  15. […] Tesi di Laurea Inserito da: lary1984 | Novembre 28, 2008 […]

  16. […] Tesi di Laurea Inserito da: lary1984 | Dicembre 14, 2008 […]

  17. Ciaooo!!! eccomi qua! ti rinnovo i complimenti per la fantastica laurea! congratulazioni! bravissima! 😉
    ciao!
    Ah…no non ci sono su Facebook…

  18. ciao!!!!
    nel linkare il file della tesi una finestra mi avvisa che il file di origine è danneggiato.
    mi piacerebbe leggerla… come posso fare?
    ringraziamenti anticipati…..

  19. Caro Salvatore se scarichi la tesi a questo link https://lary1984.wordpress.com/2008/11/12/la-tesi-di-laurea-specialistica-testo-definitivo/ in basso a me funziona, me la scarica senza problemi!


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